Barca a vela e bambini: gioco da ragazzi.
Barca a vela e bambini, un crocevia di molte cose definibili essenziali: il divertimento, la formazione, per chi vede nelle nuove esperienze qualcosa di utile da cui trarre insegnamento. E poi ritmi di vita rigeneranti, utili allo spirito di grandi e piccini.
Un gioco da ragazzi certo, per una famiglia che vede però in tutto questo attimi di vita essenziali, impensabili nella solita quotidianità, durante la quale ci si alza per correre, mentre a bordo, l’unica cosa a cui pensare è un caffè, ascoltare il mare e godersi il suo profumo, lungo la scia dell’aroma di uno stile di vita che sa di buono, dove il ritmo del tempo è scandito dalla natura e dal bisogno di sentirsi parte di essa.
Lino è un amico di vecchia data. Classe 1970. Sangue napoletano ma ritmi di vita e lavoro milanesi, del tipo imbruttito per capirci. Tranne salsiccia e friarielli, quelli sono rimasti fedeli alle origini e ce li ritroveremo anche a bordo, sapientemente composti in apposita bacinella salva freschezza dalla moglie Barbara.
Oltre l’azienda con diversi dipendenti ed una moglie che si divide con lui i compiti professionali e quelli famigliari, ha 3 figli: Alessia, Simone e Francesco. Rispettivamente di otto, nove e sedici, al momento in cui vi racconto questa storia.
Nella famiglia di Lino, a procurare nipoti ci hanno pensato anche gli altri due fratelli, un po’ più piccoli ma decisamente all’altezza delle aspettative. Tutti con la propria azienda ed i propri dipendenti. Tutti con una moglie e tutti con altrettanti figli. Immaginatevi il Natale, un tripudio di gioia per i nonni e terremoti da gestire per i genitori, che in confronto le riunioni condominiali sono un aperitivo tra amici.
La squadra è numerosa insomma e molti di questi li avremo in barca. Una passione che ha sempre unito la famiglia ma dal punto di vista del gommone, creando un gruppo di gommonauti. La vela adesso è qualcosa di decisamente nuovo, che comincia con le reunion dei papà, amici di calcio dei figli e calcetto dei grandi.
Negli ultimi 2 anni infatti, indicativamente a luglio, con i vari papà ed i relativi figli maschi da 6 a 18 anni circa, abbiamo organizzato un weekend in barca, da entrambe le parti del nostro “stivale”, lasciandovi immaginare cosa possa accadere quando uomini di diversa estrazione anagrafica rimangano da soli. Soli nel senso, senza le mamme. Mamme, inteso necessarie alla sopravvivenza di tutte le generazioni presenti a bordo.
Ti ritrovi a dover redarguire quindi sia i figli che i papà, con stili diversi certo ma tutti legati all’organizzazione di una cosa a cui sono ben abituati a casa: il cibo.
Iniziativa 0 – Cibo 1: prosciutto, patatine, Coca, Sprite e caramelle gommose. Se non avessi comprato dell’acqua e un po’ di frutta, per idratarsi rimaneva solo il vino e la birra, che in una cambusa ovviamente non mancano mai.
Ma questa volta, in questa occasione, le donne sono intervenute, riportando l’equilibrio e la coscienza a bordo. Un po’ dovuto anche al mantra che ogni anno si ripeteva senza coinvolgerle. Quindi quest’anno la catena si è dovuta spezzare, accogliendo la denuncia per discriminazione ingiustificata.
Ed eccoci qui, al weekend dunque si unisce Elena, la moglie del fratello Massimo con i tre figli, di cui 2 sono femmine e come dicevo prima Barbara, la moglie di Lino, con la figlia Alessia appunto.
Stefano, il maschio di Elena ha 5 anni (e mezzo, mi raccomando), Giulia 9 e Angela 12. Prima volta in barca a vela per tutti.
In questo weekend ci ritroviamo sulla banchina di San Vincenzo in Toscana (vicino Cecina) per far rotta sull’Elba in notturna, goderci la giornata con qualche bagnetto e poi continuare la veleggiata verso il porto di Capraia.
Inutile dire che l’entusiasmo dei bambini era alle stelle, anche se purtroppo se ne vedevano poche in cielo. Nonostante la prima volta, tutti hanno chiesto e apprezzato la veleggiata, seppur con un po’ di mare formato e diciamo, con il vento giusto per spingere la barca ad una velocità congrua per arrivare in poco tempo a destinazione.
La grande differenza per me a questo giro e devo dire parecchio determinante, sono state le donne a bordo ma in qualità di mamme, motivo di orgoglio e serenità perché si è mangiato parecchio bene.
Il menù è stato definito a priori, da loro, preparato cotto …e poi mangiato, a casa, con comodo ed estrema minuziosità.
Tutto in perfetto stile “comunione” a maggio, con pasta al forno, salsicce e polpette al sugo. Delizia senza eguali, che mai come prima ho potuto godere e apprezzare a bordo di una barca a vela. Ok, non in questo modo.
La notturna è stata emozionante ma al contempo impegnativa, non tanto per i bambini che ad una certa se la sono ronfata, quanto più per gli adulti, che dopo averci dato di gomito, qualcuno ci ha dato di stomaco. Nulla di serio, finito subito con le prime luci dell’alba nel golfo di Procchio, a nord dell’Elba. Ci sono alcuni rimedi per il mal di mare che contemplano appunto un certo limite… di spirito.
Ormeggiati, ci siamo fatti un bel tuffo nell’acqua, non propriamente estiva ma decisamente rigenerante. Rumori e urla di liberazione che hanno lentamente svegliato la ciurma dando il via ad una sequenza di tuffi con il parabordo attaccato alla drizza dello spi, lungo la murata della barca.
“Siiii, facciamo Tarzan”.
Ci vuole davvero poco per fare di un momento pesante da “digerire” un paio d’ore di su e giù, in una giornata dove il sole faticava a scaldare gli animi. Ma nessuna paura, ci si scalda da soli in certi casi.
Il weekend così è passato in fretta, dopo la notte rassicurante in porto a Capraia e la cena trionfale in dinette, preludio di una notte di sonno sopraggiunta inaspettatamente entro la mezzanotte, nonostante il resto delle barche a cui ci si era uniti per la traversata, avessero deciso di festeggiare una serie di compleanni, che io mestamente però ho evitato, ormai perso tra il guanciale del cuscino del divanetto e il sacco a pelo bello caldo.
Ci vuole davvero poco per fare anche solo di due giorni, una storia da raccontare il lunedì mattina, a scuola, tra i banchi e un gruppo di amici, ai quali orgogliosamente dire:
“oh zio, sai come eravamo inclinati? Ho pure strambato e virato. Che figata! Prossima volta devi venire pure tu”.
La vita ha tutto un altro sapore se vissuta dal mare. E se vai per mare, saidisale.
Ci vediamo anche su Facebook.
Buon vento.