Barca a vela: quanto contano le aspettative?

Barca a vela: quanto contano le aspettative?

Le imperfezioni ci rendono umani e ci avvicinano al bisogno intimo di sentirsi appagati da noi stessi e dalla vita, anche quando il livello delle aspettative non si allinea alla realtà dei fatti.

Questa è la storia vera di una vacanza, durante la quale si sono svelati tutti i bisogni essenziali delle persone che ne ha preso parte, chi prima, chi poi.

Il mondo ideale, semmai ne esista uno, è in fondo quello probabilmente lontano dai preconcetti, dal vorrei ma non posso, perchè la perfezione è davvero noiosa. In barca a vela ci sei tu e il resto di te stesso, assieme al resto del mondo e a ciò che ti circonda.

Il valore di una vacanza in barca a vela.

Quanto sono belle le differenze di questa vita? Scoprire ciò che non si conosce, l’inaspettato, l’allinearsi ai bisogni veri, possibilmente anche a quelli degli altri, il piacere della scopertal’improvviso.

E’ questo ciò che insegna la barca a vela, assieme al valore che impariamo a dare ad esempio alla convivenza. Una verità incredibile che ci offre l’essenzialità di un parametro esistenziale, quello che ci indicherà il grado di tolleranza durante un’esperienza come questa, così come nella vita, quella che vorremmo fosse ideale, a spasso tra le vie della vita, tenendo sotto braccio il nostro bisogno di sentirsi realizzati. 

Ma qual’è questo parametro? 

Barca a vela: quanto contano le aspettative?

PROLOGO

In vacanza, l’essenziale è invisibile agli occhi.

Tutti entusiasti per il viaggio che si sta delineando. Vizi e virtù che si sprecano e si percepiscono fin dai primi passi in una chat di whatsapp, quella che anticipa la vacanza.

Passi che delineano i profili di un gruppo che a breve conoscerai dal vivo, non più per supposizioni ma in circostanze che presto probabilmente riterrai essere invadenti ma che poi in realtà, considererai superflue, dopo, quando avrai capito che le tue fisse saranno solo retaggi del tuo vissuto.

Prima di varcare quella scaletta che ti porterà in barca. La grande sfida inizia qui, mentre ti allontani da terra, da quella banchina sulla quale lascerai tutti i pesi inutili e che se vuoi, troverai quando ci tornerai. Fidati.

Ma vuoi davvero questo?

LA STORIA

Le ambizioni nel nuovo gruppo si sprecano e le aspettative si diluiscono tra dichiarazioni di una vita che si svela piano piano, tra frasi fatte e foto di ricordi da portare ad esempio.

Questo è ciò che avviene quasi subito, quando hai in mano una birra, la prima di una lunga serie, che ti gusterai in vari momenti del giorno e della notte… se ti piace la birra e la notte, ovviamente.

Spesso raggruppati nel momento in cui si vuole dichiarare la propria intenzione, affinché quel qualcosa si realizzi lì, in mezzo al mare, in un pozzetto illuminato solitamente da una lucina fioca e dondolante, anime ancora inconsapevoli di ciò che si svelerà giorno dopo giorno: una magia vera, attimi di vita essenziale, assieme a cose nuove da scoprire… che forse sai o forse no, quelle però che renderanno la tua esperienza in barca a vela unica e soprattutto sincera.

Lontani da ogni aspettativa, tra gli orari di una giornata che scandirà solo il tuo essere te stesso, finalmente, solo ed unicamente per ciò che sei. Perchè è questo che accadrà in barca. Meglio quindi non crearsene troppe, per lasciare spazio invece all’unica verità: quella che vivremo di persona. (Primo parametro). 

Barca a vela: quanto contano le aspettative?

I FATTI

Il nostro viaggio: sa di vero, sa di mare, sa di sale.

Sono otto, anzi no dieci, le persone che condivideranno questo viaggio, compreso me, che non mi basta mai.

E’ la vacanza dei tuoi sogni, tra le onde di un mare che hai sognato, lungo la scia di una scafo che ti hanno raccontato. Spinti dal fragore e dalla forza di quelle vele che hai immaginato, lontano dalle frenesie di un mondo che hai frequentato e che qui, non ha più alcun senso tenere in considerazione, se non per capire come assecondare con determinazione il tempo che hai a disposizione. L’unico di cui hai bisogno e che riterrai finalmente indispensabile, il giorno che tornerai a terra. L’essenziale che enfatizza il contesto. (Secondo parametro).

Una camicia aperta e un costume sono più che sufficienti per far festa, a piedi nudi, con lo sguardo rivolto al sole che tramonta. Un bicchiere di vino ghiacciato tra le mani (la birra se preferisci, lo spritz se gradisci o un succo se non bevi). Il sorriso di chi condivide con te il momento, le tartine sul tavolino, la musica che accompagna l’ondulare del mare a ritmo con le tue emozioni nuove, quelle più serene, più necessarie.

Siamo in Grecia, la stessa che tu forse conosci già ma che non è mai uguale, anche se quella che ricordi è per fortuna ancora avvolta dalle bouganville che colorano i muri bianchi di case abbarbicate alla loro storia, ai vialetti di un’isola che si svelano nelle immagini viste sui social e che ora, sono anche sul tuo profilo.

Una Grecia che scopri sempre tra i suoi profumi e i suoi sapori, quello di un mondo consapevole, per certi versi lento, caldo, silenzioso, a cui vuoi appartenere ora, che sei in vacanza. Lontano finalmente dal riflesso della tua immagine ingabbiata da quello specchio in bagno, sbiancata dall’inverno, lontana dai i tuoi punti fissi, quelli da cui ti vorresti difendere e che ora vuoi dimenticare. Forse.

Ecco a noi le Cicladi

Barca a vela: quanto contano le aspettative?

Un simbolo che evoca il piacere di sentirsi in Grecia, quella che scopri dal fragore del mare, nella forza del vento, lungo coste di rocce e sassi millenari, falesie bianche, acque cristalline e le solite lunghe procedure di imbarco che da Atene ti permetteranno di spingerti in lungo e largo nel mar Egeo. Un percorso, traccia di un GPS e vita, che si svelerà lentamente e incosapevolmente, tra i colori più o meni contrastanti dei tuoi pensieri, tra i tuoi ricordi, appagato dal tuo essere parte di un nuovo livello da superare, schemi di un gioco fatto di spazi da riprendersi, tempo da concedersi, storie da raccontare, amici da conoscere, ruoli da condividere. Rispetto per se stessi, di questo micro cosmo e della natura che ti avvolge nel suo essere così splendidamente energetica.  

IL GRUPPO

Sorrisi. E’ questo ciò che è emerso da questo viaggio. Lo spirito di persone che seppur non si conoscessero, hanno avuto in se il perchè dovessero creare la storia che avrebbero vissuto. Storie di vita reale, sostanzialmente già conosciute, per me che sto dall’altra parte del timone ma che ogni volta, sono un miracolo che si compie.

Storie di persone diverse, alla ricerca di quel qualcosa che poi li unisce. Bisogni essenziali: sole, mare, abbronzatura, insalate di mare e amicizia. Birra e rutto libero, per chi se la sente di affrontare la vita a questi livelli.

E poi differenze di età che non si percepiscono. Generazioni che non si rivelano barriere anzi, un confine da conoscere e rispettare, assieme alle volontà che si uniscono nel desiderio di sentirsi parte di uno stesso ambiente. Essenziale, tra livelli sociali che finalmente non si sprecano. Unico obiettivo: il benessere, di tutti. 

Fra, Ele, Elvi, Ube, Lorenz, Ste, Marta, Chiara e Sandy sono il mio equipaggio. Persone che si imbarcano alcune per la prima volta. Anime che si conoscono piano piano, che entrano in relazione senza troppe pretese, ognuno con i propri tempi, liberi, veri. Fatte di passione ed essenza, in un contesto che si materializza in uno spazio non propriamente eccessivo ma essenzialmente ideale. 

Quei “pochi” metri quadrati che regalano però la libertà di esprimersi e di muoversi. Sufficienti per ognuno, per fortuna. Non sempre è così. Ma quando gli allineamenti sono favorevoli, le aspettative non possono che rivelarsi positive. Semmai ne avessi avute e che forse, ora imparerai a rivedere.

Barca a vela: quanto contano le aspettative?

LA VACANZA

Tutto fila liscio o almeno sembra. Anche quando la forza del vento mette a dura prova la resistenza di Ste ed Elvi, colleghi e amici, un esempio di amore fraterno e rispetto. Gli unici che al mare non hanno ancora concesso il proprio umore, quel malessere da cui ci si difende per paura di doverne soffrire: il mal di mare.

Attimi, che svaniscono non appena il piacere di scendere a terra e il calore di condividere il primo tramonto accomuna il piacere di tutti. Tender per il via vai, da e per la spiaggia, apertivi, risate e grigliate che riempiono il desiderio e il bisogno di sentirsi parte di una vacanza in divenire. 

Scuse, per sapere di aver conosciuto qui il vero amore. Quello che Ube e Fra hanno incontrato dopo esserne venuti in contatto. Un velo di intesa che ha avvicinato immediatamente i loro mondi distanti e distinti. Unici e consapevoli. Due metà che si completano, veri e irripetibili. Come tutte le belle storie d’amore che nascono tra queste sfumature di blu, arancio e Mastika. Come la mia, tra le altre.

E poi miglia, quasi 300 in 14 giorni, abbandonati al desiderio di sentirsi accompagnati dalle rotte di un ricordo che sarà immancabilmente da raccontare, tra le baie di un mondo pulito, cristallino, lontano dalle paure di un virus che ha contaminato la serenità di molti e che qui però non arriva, non quanto si sente raccontare da quei pochi contatti con la realtà, lontano dalle ombre di un futuro incerto, lontano dalle apparenze, dal sensazionalismo, immersi nel bello di un tuffo tra le acque incontaminate di rade deserte, lontano dal turismo di massa che per fortuna, non ha invaso i nostri desideri. Uniche aspettative accettabili.

Barca a vela: quanto contano le aspettative?

E poi, il valore infinito di un caffè con la cremina di Ste, che ci svela però gli ultimi giorni. Il calore rigenerante di un sorriso dolce e tenero di Elvi, il bisogno di naturalità di Chiara e di equilibrio della Sandy, la puntuale complicità di Ele o la certezza di Marta, sempre attenta al bisogno di tutti.

Mancano Ube e Lorenz che in tutto questo sono stati una presenza utile e costante, validi compagni oltre che di chiacchiere e cin cin, anche di ancoraggi e cime a terra, tra spruzzi e sprazzi di calma di un vento invadente, nonostante Ube …fosse attratto più dai riflessi di uno sguardo che lo faceva sentire ancora più al sicuro.

Quindi pranzi, cene e apertitivi più o meno improvvisati ma anche chore e isole più o meno programmate, tra le costanti folate di vento che hanno reso divertente anche l’attesa, l’esperienza di una valutazione da fare, vedere e rivedere ancora, prima che l’àncora si aggrappasse saldamente al fondo di una baia nella quale ci si doveva passare la notte. 

Motivo questo, che ci dice quanto la vita a bordo di una barca a vela sappia regalare anche la consapevolezza dell’inaspettato e la capacità di accettare i cambiamenti di programma. Attimi di vita vera, goduria anche solo per un momento, lontano da ciò che la vita a terra al contrario terrà sempre imbrigliata nella cadenza di un tempo che riteniamo di poter gestire ma che in fin dei conti, non ci appartiene fino in fondo e che diabolicamente e puntualmente, ci perdiamo.

Questa è la vita, la tua, la nostra. Attraverso quei parametri esistenziali ed essenziali di cui parlavamo all’inizio e che spero tu abbia colto tra le righe di questo racconto. 

Questo …è il mare, la barca a vela. Spazi immensi, ricchi di relazioni con se stessi e gli altri, del piacere di mettersi in gioco, per imparare ad accettare un errore di valutazione, a scoprire una capacità di sopportazione inaspettata, la stanchezza di una notturna, la gestione dell’ansia da prestazione, la tolleranza, la pazienza e soprattutto ad accogliere e valorizzare l’amicizia con le persone anche più improbabili. Prima.

Quindi lontano …ora, dalle più fuorvianti aspettative, dai vecchi cari schemi “imposti” e dai tuoi soliti ingannevoli limiti. Quelli che inconsapevolmente ci creiamo, per la paura di oltrepassarli.

Questo in fondo è il lato affascinante della vita, quello che si valorizza al meglio quando impariamo a guardarla e apprezzarla… dal punto di vista del mare. 

E se vai per mare… saidisale.

Buon vento!


Ecco in poche immagini, tanti anni di ricordi…

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