Navigazione notturna. Un fascino consapevole.

Navigazione notturna. Un fascino consapevole.

La navigazione notturna ha un suo grande fascino, se la si vive in modo consapevole.

La notte è uno dei momenti intriganti della nostra vita quotidiana. Un cocktail ghiacciato tra le mani ad un aperitivo, le chiacchiere con gli amici, un attimo rubato ad una quotidianità a volte impenitente, indispettita da quel “vorrei ma non posso”, distratta o attratta da un desiderio di godere e vivere quel non so che di “diverso” che la notte accoglie e preserva tra le ombre di un annebbiato ricordo che appare puntuale il giorno dopo. Una parte leggera e divertente della vita che la maggior parte di noi si concede, ogni tanto certo, diciamo così. Ma in mare durante la notte, le cose cambiano.

Molte persone a bordo sono affascinate da questo “evento”, che dopo una serata al ristorante, qualche boccia di vino, un caffè e lo sgroppino sono disposte ad affrontare tranquillamente, incuriosite da una navigazione sotto le stelle o meglio ancora, illuminati da un’affascinante luna piena (se le nuvole lo concedono).

Navigazione notturna, un fascino consapevole

E’ magia, pura poesia sì. Ma quando si mollano gli ormeggi e si prende il largo, le variabili cambiano, gli orizzonti si accorciano e la coscienza di ciò che ci si appresta a fare deve assumere principalmente un altro spirito, non più certo quello alcolico.

Navigazione notturna, un fascino consapevole

Preparazione e controllo

Il mare di notte non è una passeggiata, anche se le condizioni meteo sono favorevoli. Ciò che di giorno è visibile, diciamo “certo”, di notte è in balia al contrario dell’incerto e inaspettato. Può essere infatti una splendida e luminosa notte di luna piena o una agitata e fredda notte avvolta dal nero più nero, dove diventa invisibile qualsiasi cosa al di là dei due metri di distanza.

In ogni caso consapevolezza e accortezza diventano fondamentali per evitare di incappare in oggetti galleggianti, rocce affioranti o altre imbarcazioni in navigazione.

Smarcato il concetto di mal di mare che di notte potrebbe ingigantire il suo effetto proprio per la ridotta visibilità e quindi l’abbigliamento, sempre adeguato (di notte può far freddo), affrontiamo la parte più importante: la sicurezza.

Nella fase di briefing iniziale (fatto di vari argomenti), lo skipper vi avrà informato anche su tutte le dotazioni di sicurezza presenti a bordo oltre alle modalità di evacuazione in caso di necessità. Un po’ come avviene in aereo prima del decollo.

Se prima di una notturna quindi, richiama la vostra attenzione su questo aspetto, basta con le chiacchiere e assecondatelo, siate collaborativi. Con questo non voglio creare inutili allarmismi ma è importante quanto meno ascoltare, ne va della sicurezza di tutti.

Giubbotti quindi, cinture, recupero di uomo a mare, posizioni in coperta e ruoli, turni di veglia, le luci, le valutazioni da fare per gli ormeggi ecc. Insomma tutto quel che serve sapere per trascorrere le ore notturne in tutta serenità, godendosi quindi una parte del viaggio davvero affascinante.

Navigazione notturna, un fascino consapevole

Giubbotti salvagente

All’imbarco li avrete già provati, avrete regolato i legacci che lo bloccano al vostro corpo e soprattutto saprete dove trovarli, se non sono già a portata di mano nella vostra cabina. Nella maggior parte dei casi quelli che si trovano a bordo di una barca a noleggio non sono cosí comodi da indossare, diciamo ingombranti in certi casi ma se lo skipper dice si indossarli fatelo. Se non siete alla vostra prima uscita e volete avere il vostro “più comodo”, da Dechatlon si trovano a pochi euro, oppure nei migliori negozi e/o siti di prodotti nautici come HiNelson, MagellanoStore, Osculati, ecc. Ovviamente fatevi consigliare in caso, perchè variano in funzione del vostro peso e dimensione.

Ci sono anche delle cinture in tessuto molto resistenti che vanno agganciate al giubbotto. Ecco, queste servono per spostarsi lungo la barca durante la navigazione e sono un’assicurazione sulla vita nel caso malaugurato si cadesse in acqua.

Attenzione, non impediscono di cadere in acqua, per quello serve la testa e l’attenzione. Servono solo a non perdersi in mare, rimanendo attaccati alla barca appunto. Non sottovalutiamo questo aspetto, perchè per alcuni sembra banale, soprattutto quando il mare è calmo e la luna illumina il nostro tragitto.

Anche in questa condizione di calma apparente, cadere in acqua di notte può essere fatale, perchè nel buio si perde l’orientamento e basta che l’allarme di chi è a bordo seduto in pozzetto, tardi di pochi secondi (se non si è addormatato) e chi è finito in acqua lo perdiamo di vista mentre la barca si allontana.

Non voglio spaventare nessuno ma in mezzo al mare, di giorno o di notte, l’attenzione non è mai troppa.

Nel nostro caso infatti, vogliamo sia solo un eccesso di scrupolo, perchè i viaggi di cui parliamo sono e devono rimanere un piacere della vita, non regate alle latitudini estreme. Quindi mio consiglio? Tutti fermi in pozzetto a chiacchierare e a cazzare o lascare le vele, se state andando a vela, seguendo le indicazioni dello skipper.

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Veglia e luci di navigazione

Tema iniziale è l’organizzazione dei turni di veglia, alternandosi a bordo dunque tra gestione della rotta e il riposo. Il vostro comandante li definirà in base alla difficoltà e alla lunghezza del trasferimento ma mediamente possono essere di circa 3/4 ore l’uno. Timone/chiacchiere e nanna, timone/chiacchiere e nanna.

Sarà già stata fatta una pianificazione della navigazione nella quale saranno ben annotati tutti riferimenti utili a riconoscere nel buio della notte la zona da raggiungere, eventuali pericoli da evitare e rotte corrette da verificare periodicamente durante il viaggio, assieme ad un punto nave, cioè la posizione in cui ci si trova, da annotare sulla carta nautica ogni 2 ore in linea di massima, dipende molto dalle condizioni in cui ci si trova a navigare.

Questo serve perchè di giorno sembra semplice (ripeto sembra) sapere dove si va o dove ci si trova (le procedure comunque sono identiche), mentre di notte le lucine da riconoscere in lontananza sono davvero molte e sembrano tutte uguali. Ogni faro o fanale ha la sua ad esempio e bisogna sapere come trovarla e come decodificarla.

Navigazione notturna, un fascino consapevole

Durante il proprio turno fuori in coperta, bisogna quindi gestire le vele se sono aperte, controllare il mantenimento della rotta corretta sugli strumenti, le luci di navigazione delle altre imbarcazioni che si trovano in mare con noi (ogni tipologia di cosa che galleggia ha la sua che la contraddistingue) e in prossimità del punto di arrivo, scovare le luci del porto o del punto di destinazione corrette. Come si fa se il buio è pesto e una luce è uguale all’altra?

Esiste un manuale dove vengono riportati tutti i fari e fanali della zona di navigazione. Ognuno di essi infatti, per riconoscerlo di notte, ha una certa sequenza di periodi tra luce e buio, più o meno veloci e/o a luce fissa. Quelli di ingresso al porto ad esempio, hanno la luce verde solitamente per delimitare il punto di ingresso a destra e rosso invece, per quello di sinistra ma non tutti sono uguali. Per cui è bene annotarseli o comunque cercarli appunto su questo manuale.

Questa cosa diverte sempre molto tutti. Si trascorre il tempo, si imparano cose nuove e …non si pensa al mal di mare.

Un compito fondamentale di chi esce dopo il proprio turno di riposo, è quello di preparare un buon te o caffè caldo.

Chi è fuori e sta per terminare il proprio turno di veglia invece, fornisce le informazioni di quanto fatto e/o accaduto durante la navigazione, tutte cose da annotare sul diario di bordo. Grande unica vera eredità di barca e comandante.

Tutto sotto controllo insomma. Basta essere attenti e collaborativi, visto? Dopo di che godiamoci il viaggio, nell’affascinante e suggestivo mondo del mare di notte.

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Ruoli e recupero di uomo a mare

No panic please, sono solo precauzioni. In un buon briefing prepartenza è importante sapere e capire anche come affrontare certe cose.

Lo skipper infatti avrà identificato il “prescelto” a cui spiegare come si accende il motore e come si manovra la barca.

Avrà spiegato come si gestiscono le manovre di recupero uomo a mare con le relative procedure per lanciare il messaggio di soccorso mayday con la radio VHF di bordo.

In questi casi di emergenza, qualsiasi sia la sua natura, vince sempre il gruppo mai l’individuo singolo, soprattutto se a cadere in acqua è proprio lo skipper. Davvero improbabile ma possibile.

Capite che in quel caso diventa fondamentale conoscere le procedure ed avere identificato a bordo qualcuno che abbia la capacità di matenere il sangue freddo. Il “leader” in pectore che dovrà dunque in quel caso coordinare le operazioni. Ci sono vari metodi e didattiche a tal proposito ma quel che conta alla fine, è recuperare il malcapitato nel minor tempo possibile, senza troppe finezze di stile.

Conclusione

Se quanto raccontato non vi ha scossi troppo, vuol dire che siete consapevoli che per affrontare in sicurezza una navigazione notturna basta solo un po’ di attenzione, mentre per il resto conta il bisogno di sentirsi legati alla natura indissolubilmente, con grande rispetto e armonia.

Solo così sarà una bellissima, stupenda, entusiasmante esperienza da ricordare e soprattutto …da raccontare.

E non è raro in certe zone, avvistare compagni di viaggio come dire, di una certa stazza.

Volete sapere qualcosa in più? Avete qualche nota da fare? Forza, si cresce e si impara anche con il confronto. Perché chi ama la vita, ama il mare e chi va per mare, sa-di-sale.

Buon vento. Ci vediamo anche su Facebook.

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3 Commenti

  1. well written, easy to read, focusses on the relevant. Would add just little or no drink if night sailing is to be done.

  2. Um sonho que ainda vou realizar!

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