Essere infelici sono capaci tutti. La felicità è…
La felicità è… ma prima di capire questo, cosa vuol dire essere infelici? Domandone a cui spesso è difficile dare una risposta.
Una volta mi è capitato di leggere le 7 abitudini degli infelici cronici. Quelli che…:
- Ah, la vita è dura…
- Non mi fido di nessuno
- Questo non va, quello non mi piace
- Bestie nere: invidia e risentimento
- Devo avere tutto sotto controllo
- Il futuro mi preoccupa. Era meglio una volta
- Il miglior sport: spettegolare e parlar male degli altri
Leggendo questo, ho pensato alle volte che mi sono ritrovato in uno o più punti dell’elenco. Momenti difficili probabilmente, quando è più facile lamentarsi …che fare.
Gli stessi in cui inizia a piovere ogni volta che non hai l’ombrello, in cui ogni cosa che afferri ti cade, si rovescia o ti macchia. Quelli in cui l’onda verde tra i semafori esiste solo per gli altri, mentre per te rimane sempre e solo una leggenda metropolitana.
In certi momenti niente è come sembra o abbiamo previsto, per cui il nostro stato d’animo viene condizionato dalla negatività che ciò comporta, affossando il punto di vista ottimale della situazione. O sarebbe meglio dire essere ottimisti?
Per cui anche l’ascensore che devi prendere quando sei in ritardo è sempre all’ultimo piano mentre tu, sei al piano terra …e viceversa. La legge di Murphy diventa “uno stile di vita”.
Ma ogni cosa ha il suo contrario. Quando dunque si è felici o comunque soddisfatti di qualcosa o qualcuno, le stesse situazioni non sono così determinanti. E perché questo? Perché l’energia va, dove va la nostra attenzione. Stessi momenti …punti di vista diversi.
Se stai bene, ti concentri sulla vita e le cose da fare. Se non sei al top, metti l’attenzione sullo stato d’animo e le cose non funzionano.
Quando ti rendi conto che con l’atteggiamento puoi cambiare il mondo, quello attorno a te, cambia anche la tua vita e persino quella degli altri. La vita diventa ciò che desideri e l’onda verde tra i semafori una divertente realtà… 😀
Gli spazi da riempire.
Dentro di noi ci sono spazi da riempire e altri solo da gestire. Non tutto deve essere arbitrariamente controllato e non tutto deve essere necessariamente riempito, solo perché così facendo, si pensa di riuscire a scrollarsi di dosso quel fastidioso senso di “vuoto” che invece, deve essere vissuto serenamente.
Mi sono reso conto che il vero spazio da riempire è nella mente, ovunque tu vada o viva, a piedi, in bici o in barca. Quello spazio di cui solo noi possiamo conoscere limiti e virtù, giorno dopo giorno. Uno spazio anche facile da depredare, quando si insinuano tutte quell’infinità di seghe mentali inenarrabili che si accumulano nel corso del tempo, che poi però diventano misurabili e gestibili.
Con un po’ di orgoglio, amor proprio e un pizzico di coraggio, possiamo affrontare e riconoscere ciò che ci rappresenta al meglio. E’ l’impresa della vita ma si può fare, ognuno con il proprio tempo. Nel secolo scorso un certo Pirandello scriveva: “così è se vi pare”. Una grande verità.
C’è poi quell’altro spazio, quello dell’irrazionale, dell’imprevedibile, quello che va solo gestito: il cuore.
Uno spazio libero, che non può essere mai occupato, se non solo vissuto. Un proscenio di rappresentazioni incredibili, fatte di felicità e amore, gioia, dolore e tante fantasie, a volte improbabili, idealizzate da ciò che crea la nostra mente. Uno spazio che non può essere ignorato, che gioca un ruolo fondamentale per la salute del nostro ben-essere.
La felicità è… viaggiare leggeri.
Non esistono angoli nella nostra sfera emotiva, bensì spazi, migliaia di punti di vista diversi, a volte impercettibili ma fondamentali. La grande avventura è scoprirne il più possibile durante il nostro viaggio, per capire che più punti di vista si scoprono, sempre meno spazi daremo al nostro mal-essere.
Viaggiare leggeri è questo. L’essenza di ciò che permette alla nostra felicità, ai sogni e alla possibilità che diamo quindi al futuro di realizzarsi. Questo avviene circondandosi solo di cose davvero utili, persone in grado di ispirarci ma senza dare loro la responsabilità di renderci felici. Questo dipende solo ed unicamente da noi stessi. Un senso di responsabilità che gratifica, rendendoci davvero liberi di essere ciò che siamo.
Eliminiamo quindi le convinzioni che limitano questa libertà di essere (le famose seghe mentali), le relazioni tossiche e depotenzianti, che occupano spazio, quelle che ci succhiano energia vitale indispensabile per vivere il presente al 100%.
Bisogna viaggiare, scoprire cose nuove, conoscere nuova gente, fare nuove esperienze e in ambienti diversi dal solito. Sbagliare, mettersi alla prova, perché è necessario cambiare spesso le nostre abitudini, per recuperare nuovo entusiasmo, per stupirci di ciò che siamo in grado di fare e che non sapevamo, solo perchè non lo avevamo mai provato.
Così si nutre il sentimento che tutti quanti chiamiamo felicità, uno stato d’animo che indica esclusivamente il modo in cui si affronta la vita, pure l’ascensore all’ultimo piano, le chiavi cadute nella grata o la torta finita sul pavimento.
Perché la felicità, è il nostro viaggio attraverso la vita, non la destinazione.
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Perfettamente in sintonia; come si usa dire occorre vedere sempre il bicchiere mezzo pieno. Poi, considerare i problemi che ti si presentano non tuoi ma di qualcun altro che riesce a risolverli al posto tuo. A me funziona. Buon anno
Assolutamente sì 😃 Grande impegno… grandi soddisfazioni 🥂🍾 Buon anno a te