Sfiga e superstizioni a bordo.
Tu credi alla sfiga? Se gli specchi rotti, il gatto nero, il sale sul tavolo o passare sotto una scala sono storie per superstiziosi, sappiate che le superstizioni a bordo ce ne sono molte… eredità che si perdono nella notte dei tempi.
Mai portare un ombrello a bordo ad esempio, di qualsiasi colore. Oppure fischiettare una canzoncina, perché sembra provochi le peggiori catastrofi, tranne che per i francesi, perché a quanto pare per loro va bene ma …solo quando non c’è vento. Evidentemente una libertà che Eolo concede, finché non decide di cambiare idea…
Se in teatro è bandito il viola, in barca è il verde. Questo è universalmente riconosciuto come il peggior porta sfiga. Motivo? Sembra sia da ricercarsi nei secoli scorsi, probabilmente parlando di muffa, quella che inevitabilmente si creava a bordo dei galeoni, segno di brutta salute della struttura della barca o anche da ricercarsi nel colorito poco gradevole degli ufficiali morti che rimanevano in stiva fino al rientro. Visioni confortanti vero?
Per molti invece sono i conigli e i roditori in generale a portare sfiga. Buoni da mangiare (parliamo dei conigli) ma evidentemente bastardi dentro.. più che altro perché per natura si mordicchiavano i legni e le cime fino a rovinarli del tutto.
Mentre la storia nota della bottiglia di champagne che non si rompe al primo colpo sulla prua o sulla deriva, è malaugurante anche oggi. E qualcuno ci crede seriamente.
Cose strane ancora da capire poi, ereditate dagli inglesi, sono le banane. Sembra non le apprezzassero per l’odore che provocavano quando diventavano troppo mature, per il gas metano che esalavano marcendo o per la più banale delle ovvietà… sulle bucce si scivolava 😀. Non credo che questo sia cambiato molto… neppure oggi.
Altra superstizione ancora molto diffusa è cambiare nome ad una barca. La si priva dell’anima facendo dunque rivoltare gli Dei, un’offesa incredibile a Poseidone che poi te la farà pagare.
Ma cambiare nome alla nave era un problema anche per i vecchi marinai, perché si sarebbero confusi… sbagliando dunque imbarco. Visto il tasso di scolarità di un tempo, è facile crederci.
Il nome è concesso cambiarlo solo cancellando ogni riferimento a poppa e a bordo, su ogni cosa possa averlo ricamato, tenendola ferma e isolata per un po’ di tempo, non prima comunque di scongiurare il peggio prendendo una rotta… per poi farla tagliare per 3 volte ad una barca amica o tagliarla anche da soli ma per sette volte.
Per i francesi c’è addirittura una data precisa. Deve essere fatto solo dopo il 15 agosto, facendo una lunga navigata di bolina con qualche virata, per poi poggiare e ridiscendere… disegnando idealmente un serpente che si mangia la coda. Divertente però, no?
Se poi per scacciare la sfiga facciamo versare un bicchiere di vino rosso da una vergine sulla prua, mettiamo una moneta sotto l’albero, facciamo benedire la barca da un prete e se, insomma, mettiamo insieme le decine di osservanze richieste in giro per il mondo, forse possiamo stare sicuri che niente succederà mai alla barca con un nome diverso rispetto alla sua origine. Almeno, si spera.
Nei secoli si sono accumulate centinaia di storie e superstizioni, leggende marinaresche che arricchiscono il patrimonio culturale di chi va per mare da sempre. In teoria sarebbe vietato pure tagliarsi capelli e le unghie a bordo ad esempio o salpare di venerdì, regalare fiori a un marinaio… insomma, tante più o meno belle storie di un tempo ormai passato, che rendono affascinante il mondo a cui appartengono e il velo di mistero che le alimenta.
Sicuramente storie, ma sai com’è… la fortuna è cieca ma la sfiga ci vede bene. Per cui.. se ci volete credere, fate vobis 😀
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