Turismo sostenibile: boom della vela nel 2020. E nel 2021?
Per il turismo (e non solo), il 2020 sarà ricordato come un anno da dimenticare. Forse è l’occasione per rivedere alcune dinamiche, tra domanda, offerta e servizi dedicati, all’interno di tutta l’economia del turismo o anche solo della cosiddetta “blue economy”, come lo è stato ad esempio il boom della vela dopo il primo lockdown nel 2020. Cose mai viste dal dopoguerra.
Nel comparto del turismo convivono diverse categorie compresa la nautica, che seppur non sia stata ancora completamente “digerita” dalle associazioni di rappresentanza e dal Governo stesso, le accomuna comunque un indotto che ha avuto in generale perdite fino al 70%, messe in ginocchio dalle logiche restrittive imposte dalle normative per gestire l’ondata pandemica.
La conseguenza di questa situazione è stato un atteggiamento più prudente da parte degli utenti decisi comunque a viaggiare, sia via terra che via mare, privilegiando ovviamente un turismo cosiddetto di prossimità. Chi ha potuto ovviamente, visto che l’indotto è alimentato anche dalla capacità di spesa dell’utenza finale, un dato che l’ISTAT rileva oggi con un 7,7% di persone in povertà assoluta, in crescita rispetto al 2019 ed una capacità di spesa in generale calo. Dati allarmanti obiettivamente, perchè si parla di quasi 6 milioni di persone.
Per chi ha potuto permettersele comunque, il distanziamento sociale tanto invocato, ha caratterizzato gran parte delle vacanze 2020 (a parte i casi eclatanti di discoteche e “vie dello struscio” note alle cronache) e continuerà a farlo a quanto pare anche nel 2021, nonostante tutto. Confidando si spera, in un atteggiamento più responsabile e in un miglioramento dello stato vaccinale più diffuso possibile.
Un approccio “Blu” dunque, che unito a quello “Green” ormai già avviato, renderà l’economia del turismo forse più sostenibile e che il dizionario con questa parola, definisce tollerabile, sopportabile, ascrivibile dunque ad uno stile di vita più in linea con le nostre vere necessità.
Speriamo di sì, anche se forse non è stata solo questa la motivazione di chi ha scelto l’anno scorso ad esempio, di “prendere il largo” in barca a vela per le sue vacanze. Una scelta però che ha registrato un incremento del 40% rispetto l’anno precedente, per cui da prendere in considerazione, con la speranza possa mantenere questo stato di grazia.
Solo di italiani però ahimè, visto il drastico calo di stranieri dovuto a questo periodo “contagioso” e dunque restrittivo. Loro, quelli che alzano il nostro PIL con le mance, lo shopping e non solo durante il periodo estivo. Per cui i risultati potrebbero essere a prescindere più incoraggianti per il futuro, se continuerà questa ondata di vacanze nel blu.
E’ quanto comunque dichiara Dream Yacht Charter, che con le sue 60 destinazioni nel mondo (tra cui anche l’Italia) e oltre 1250 barche in navigazione in ogni mare, è uno degli operatori charter più grossi al mondo e dunque, assieme ai tanti operatori presenti anche in Italia, un buon rappresentante di questo mercato.

Comparto turismo nautico in epoca Covid.
Secondo Volagratis.com, l’estate 2020 ha avuto genericamente un calo di prenotazioni del 45% rispetto l’anno precedente, assieme ad un cambiamento sostanziale del modo di viaggiare e alla scelta scrupolosa delle persone con cui spostarsi. E le famiglie sono state sostanzialmente quelle più attente a questo aspetto, che hanno dunque scelto la vacanza in barca a vela e che con i piccoli gruppi di amici, rappresentano quindi la piccola grande nicchia di chi ha preferito una barca a vela o un catamarano, alla casa in affitto con giardino (secondo i dati, tra le più richieste l’anno scorso per le vacanze a terra).
La vela dunque diventa una valida alternativa per andare alla scoperta degli oltre 8000 km di coste della nostra penisola. Dal Tirreno alle coste Adriatiche, queste ultime scelte anche come base di partenza per spostarsi in Croazia, dall’Istria alla Dalmazia e oltre, fino alla Grecia Ionica. Zone sempre molto battute dal popolo del mare, che decide anche di imbarcarsi direttamente in quelle zone (meno però degli anni precedenti ovviamente) seppur anche quest’anno con non poca ansia, visti i controlli sanitari e la poca certezza di dove trascorrere l’eventuale quarantena. Salvo attuazione dei passaporti vaccinali (per chi li avrà già fatti).
A tal proposito, in Italia l’anno scorso (e si continuerà a farlo anche quest’anno) si è molto dibattuto tra le società di charter su come allinearsi ai presidi medici imposti da Assonautica, dall’ISS e dai vari DPCM che da marzo 2020 in poi ci hanno tenuto compagnia nei momenti di “fermo forzato” e che Saidisale con le sue dirette Facebook, aveva cercato di rilevare, coinvolgendo diversi operatori nazionali per discuterne e capirci qualcosa di più, compreso Dream Yacht Charter.
Da queste dirette sono emerse infatti procedure ben precise, fuori e dentro la barca, che sono poi diventate normali formalità d’imbarco, con trattamenti di sanificazione che hanno preso in esame l’ozono, la vaporizzazione di ossigeno e alcool, gel e disinfettanti di ogni natura e tipo, messi a disposizione per garantire la tutela di chi sale a bordo.
Così come d’altronde ha dovuto fare ogni attività commerciale, nonostante poi subire nuove restrizioni e relativi ulteriori danni. Tutto ciò ha generato ovviamente non poche polemiche e difficoltà, ma occasione per fare un bel passo avanti nella gestione responsabile di un settore finalmente in ri-evoluzione, come quello del turismo nautico appunto.
Se da un lato dunque e nonostante tutto, le piccole società/associazioni hanno avuto il loro tornaconto potendo far lavorare in qualche modo (più o meno creativo) le loro barche, gestite direttamente dall’armatore stesso (dunque in linea di massima con un contenimento dei costi), dall’altro lato un po’ meno soddisfatte sono state le grosse società e i tour operator.
Queste hanno dovuto rimescolare le carte in più occasioni e hanno continuato a farlo nel corso dell’inverno, perchè lo scorso anno si erano ritrovate con flotte di barche allocate ad inizio anno e generalmente anche prima, dunque capitali fermi da ricapitalizzare e prenotazioni poi ridotte ai minimi termini, assieme a conti che non tornavano e alla speranza lo facessero invece i loro clienti, ormai confidando su questa nuova stagione estiva 2021, con o senza voucher.

Turismo 2021: su cosa si può puntare?
Famiglie (anche multi generazionali) e gruppi molto intimi di amici o parenti, che sono stati quindi e saranno, la tendenza anche per il 2021, con un’attenzione maggiore però al prezzo (ciò che dichiara il 71% degli italiani), assieme alla scelta del “tempo” entro il quale organizzare un viaggio.
E’ ciò che dichiara booking.com e Federturismo, che confermano la volontà di quasi metà degli italiani di partire nel breve termine, piuttosto che risparmiare per un viaggio che non si sa se e come si potrà fare.
C’è una grande voglia di partire certamente ma a quanto pare si ritorna a parlare di “last minute” e si comincia a sentire termini come “staycation” (vacanze in casa), che tradotto in numeri significa un 54% di italiani che nel 2020 hanno deciso di rimanere entro i confini nazionali (forzatamente o meno), privilegiando spostamenti in treno ed auto.
Molto in linea dunque con quanto assistito per il turismo nautico, preso d’assalto tra luglio e agosto per concedersi quel po’ di relax, lontano da qualsiasi rischio di contagio. Cosa che verosimilmente dunque accadrà anche nel 2021, grazie anche alle innumerevoli forme di garanzia e tutela che tutte le società più grosse e tour operator si sono apprestate a proporre, per sperare di rimettere in sesto i bilanci negativi della scorsa stagione.
“Il turismo diventa consapevole, sostenibile ed esperenziale”. E’ ciò che ha affermato in un articolo de Il Sole24ore Cabrera, CEO di Lonley Planet.
Potrebbe quindi rispecchiare la tendenza anche di questa “nuova generazione” di amanti delle vacanze in barca a vela e del mondo che ci sta attorno? Speriamo, perché è un settore che avrebbe tanto bisogno di attenzioni da parte anche delle istituzioni, assieme però ad una serie di regolamentazioni efficaci, affinché possa entrare finalmente a pieno titolo nel comparto del turismo, di cui innegabilmente fa parte.
Dopo tutto quale scelta migliore potrebbe essere fatta in virtù della sostenibilità e dunque del turismo responsabile, se non scegliere una destinazione lontana da terra ma anche vicini a casa, dove oggettivamente si mantengono le distanze dalla massa pur restando vicini al valore “naturale” di una scelta anche di principio, come questa. Una scelta responsabile appunto, che fa bene anche allo spirito e che in fin dei conti, non costa più di un’altra vacanza, anzi, in alcuni casi può costare anche meno.
Punti di vista certo, da tenere presente comunque per la sostenibilità di un nostro prossimo futuro e del bisogno di ritrovare quel giusto e meritato equilibrio, cosa che una vacanza in barca a vela ci sa insegnare molto bene.
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