OMG, è successo!
OMG, acronimo di Oh my God. Sì, è successo! L’amore che arriva dal mare.
Ogni volta che pensi di aver trovato una strada, una giusta motivazione che ti faccia dire: “beh, in fin dei conti le cose vanno…” qualcosa nella vita accade. Già, le cose accadono.
La vita te ne presenta altre ancora. Non si finisce mai, non c’è niente da fare. Scelte, azzardate, cautelative, impreviste che solo tu però puoi decidere di intraprendere oppure fare finta di niente e proseguire come se nulla fosse.
Ogni giorno sono uscito di casa come sempre con lo stesso piede (credo il sinistro), verso i miei progetti da realizzare (nemmeno poi tanti ma essenziali), sempre con lo stesso obiettivo (nemmeno poi così chiaro). Sì insomma, il solito trantran di persone e situazioni da risolvere o godere, con le proprie fisse, delle finte regole che permettono però di crogiolarsi nella propria convinzione (safety zone), sicuro di vivere la vita con il pensiero che non mi sarebbe potuto mai accadere ancora, dico mai, oh, assolutamente convinto, quasi al limite del cinico, svincolandomi dal percorso professionale a volte anche oltre il limite, con giochi di ruolo, di coppia o d’azzardo. E invece no dannazione, è successo.
Ho nel mare il mio senso di liberazione, quella sensazione che hai solo quando sei al timone, con le vele aperte, il vento in faccia, immerso nell’unico pensiero di poterci tornare sempre più spesso, tra le onde, il sole, navigando nel suo profumo di vero, di vita, quella che amo. Leggera, mai superficiale.
Non so quante volte con una birra in mano ho detto a quelli con cui ne parlavo che la mia quotidianità era definitivamente costruita sul paradigma scroto, pappa, cacca. Vita “facile” insomma.
Sì certo anche lavoro, ritmi e abitudini di quel giro di giostra che si chiama buon senso, fatto però anche di vino rosso all’occorrenza, bollicine per festeggiare, birra per ruttare. E poi ristoranti QB, amici (il vecchio solito branco) con i quali non si cresce mai.
Torni tardi, ti alzi presto, non pensi, non dici, non esprimi, non dormi. E per questo nessuno si lamenta, anzi, ti stimolano a fare di più, come il tuo ego, che si gonfia come un pallone di elio e vola alto, sempre più in alto, al limite dell’accettabile, oserei dire a volte della decenza, frenato solo dal buon senso di cui sopra che ogni tanto torna a trovarti e dall’esperienza di un vecchio ricordo. Quel dannato ricordo di vite strappate al sogno da realizzare.
Storie di vita insomma, che si intrecciano tra feedback esaltanti, a volte distruttivi e attimi di vita vissuta, a volte borderline. Vivi dunque lungo una sottile linea ma che incredibilmente non si spezza, fatta di buone intenzioni, emozioni ed evoluzioni anche violente, rapide e inattese. E tu che fai? Ci giochi ovviamente. Le sfrutti al meglio, rimani nel tuo limbo zodiacale senza però cercare spiegazioni e nemmeno un chiarimento sul tuo futuro. Lì, da solo, in quel momento. E invece? Niente. E’ successo.
Un colpo d’occhio, un attimo rubato a mille altri o a chissà chi, una frase buttata lì, un’esperienza, l’ennesima, un doppio senso, un gioco, come sempre piacevole e che continua imperterrito, come se tu non volessi dar retta a certe stupidate, cose da ragazzini, idee sbagliate che ti frullano per la testa ma che inavvertitamente a questo giro ti prendono però la mano oltre che il sopravvento. E’ successo.
Quel gioco continua ma le emozioni si inanellano in un susseguirsi di colpi di scena, che lentamente cambiano le regole, le tue, quelle che dichiaravi inappuntabili, regole di vita fatte di polvere evidentemente, come al solito, come sempre, che giorno dopo giorno ora smussano gli spigoli, confondono le idee perché le chiariscono, avvicinano quell’orizzonte che fino a quel momento avevi spostato un po’ più in là, volutamente, per avere più spazio, per non sentirti oppresso da quel “non problema”. Per darsi ancora del tempo, per concedersi una nuova scelta, presa chissà come, perchè, per andare alla scoperta di altri punti di vista, altre occasioni, anche se propriamente non “nelle tue corde”. Quali poi. E invece?!
Uno dei tuoi tanti soliti giorni ti alzi, con il solito piede, accendi la solita luce del bagno, ti guardi al tuo solito specchio e anziché riflettere sul da farsi che fai? Pensi. Oddio, che succede?
Il caffè, riprende in mano la situazione per fortuna, lo squillo del telefono riporta velocemente il tuo localizzatore emozionale alle coordinate lavorative. Nulla è cambiato, no? Sì!
Basta una foto, un messaggio in chat e un appuntamento per cena per capire che il battito cardiaco si è accelerato, lo sguardo è cambiato e quel pensiero allo specchio ha concretizzato in quell’esatto momento solo un nome e un cognome sì, proprio quello che compare sul telefono.
Non più dunque distratte intenzioni o vaghe emozioni da collezionare incautamente come da buon single si è sempre fatto. Oh, è successo.
Mi sono innamorato!
Niente, volevo solo raccontarvelo.
Che siano le emozioni a far vivere dentro di noi ciò che il mare è in grado di riassumere dandogli solo uno sguardo, senza mai temere che in barca tutto questo possa venire meno. Anzi

Buon 2016 e grazie per aver condiviso la tua storia. Bello essere innamorati, soprattutto quando la si vive così. E’ stato bello leggerti.
grazie per avermi concesso il tuo interessamento. Spero di rileggerti presto. Buon anno