Il tempo. La vera ricchezza!
Quante volte ci siamo lamentati del fatto che non abbiamo mai il tempo per andare in palestra, suonare uno strumento, recitare, ballare, fare un viaggio, un aperitivo con gli amici, il corso di acroyoga, vela, di ricamo giapponese o di cucina cingalese? Il tempo, ecco la vera ricchezza a cui ambire.
Mille volte a lamentarci che non riusciamo mai a farci quel sacrosanto weekend perché quando arriva il fine settimana siamo distrutti, dobbiamo fare la spesa, le pulizie o andare a trovare i genitori di lei, di lui o di chissà chi. Beh certo, si lavora, per pagare il mutuo, la macchina, i mobili o chissà che altro. C’è chi è in carriera poi, per soddisfare il proprio bisogno di affermazione sociale e personale, per cui gli orari sono ovviamente infiniti e quindi le cene inevitabilmente saltano, gli appuntamenti si bucano, i programmi si cambiano.
Le chat attive degli amici che organizzano qualcosa non servono più e i profili Facebook ci mostrano le foto di chi invece questo tempo lo trova, ce l’ha. Quindi la domanda nasce spontanea:
ma come cazzo è che non c’è mai il tempo per fare le cose?
Rifletto, dopo anni passati in questo modo, ad aspettare quel fottutissimo momento giusto. Si procrastina, si cerca la motivazione per farle o peggio ancora, si trovano mille scuse.
Partiamo dal presupposto che una volta entrati nel tunnel del disagio è difficile uscirne e che se programmiamo le nostre giornate in maniera più saggia invece, guarda caso quel tempo salta fuori. Tempo di valore.
Bene, partiamo da queste considerazioni, facendo un’analisi ipotetica del tempo che abbiamo nell’arco di una vita e capiamo quanto invece sia dannatamente prezioso salvaguardarlo.
Secondo l’ISTAT le aspettative di vita sono in media di 85 anni per le donne e 79 per gli uomini. Diciamo 80 e mettiamo apposto tutti.
Se si pensa che se ne passano circa 26 dormendo e 25 lavorando, calcolando 8 ore giornaliere per 40 anni di lavoro (quindi quelli in carriera son già fottuti), quasi 1 aspettando che il pc carichi una pagina o un programma, 3 in coda fatta in macchina, posta o aspettando che arrivi un mezzo pubblico (quando arriva). Quanti ne rimangono? 25?
Lasciando perdere dove ho trovato i dati, raccolti sul web da fonti più o meno autorevoli, capiamo in effetti che 25 anni è il tempo che noi abbiamo a disposizione per noi stessi. Uno più, uno meno. Diamoli per buoni insomma.
Togliamo gli anni della pubertà e dell’adolescenza (quella fino a 18/20 anni) che di norma non si pensa a questo, dove il tempo effettivamente c’è ma ha un valore diverso. Diciamo dunque che l’età della consapevolezza si svolge in poco più di 5. Ragazzi, avete capito bene? Abbiamo detto 5! Ripeto, 5. Vogliamo fare 10? Esageriamo, facciamo 15.
Perfetto. Se questo “poco” tempo lo buttiamo poi a farci seghe mentali per noi stessi, il partner, il lavoro, i parenti, gli amici, i vicini di casa. A pensare senza mai farlo di cambiare vita, senso o ruolo, di fare quel corso di chitarra, cucina, inglese, imbiancare casa, cambiare il divano, fare back up della rubrica telefonica o cominciare a scrivere quel libro a cui si pensa da tempo, quando diavolo le faremo?
Tu dici: “si certo la fai facile, ma io davvero non ho tempo. Ho delle priorità: bambini, lavoro, mamma, impegni vari. Quindi aspetto, le faccio quando posso”. Ok ma… quando? Cos’è più importante? Che valore ha quel momento? Quello in cui riusciamo a staccare per ricaricare le batterie, anche solo poche ore a settimana, solo per noi stessi, per dare un senso a tutto il culo che si fa per tirare avanti?
E’ necessario dunque trovare la forza e il coraggio per farle subito, ora, per il nostro benessere, senza far scorrere gli anni ad aspettare che le cose accadano da sole, che quel qualcosa si sistemi, che lei o lui cambi, che il capo si accorga di noi, che il sistema in cui viviamo ci dia la giusta ricompensa, quella che secondo noi meritiamo, perché così facendo abbiamo deciso di non vivere la vita, quella che ci spetterebbe di vivere.
Drastico? Sì certo, a tal punto da capire (troppo tardi ahimè) che se il nostro capo è un deficiente e il lavoro non ci soddisfa, non ce n’è, dobbiamo cambiarlo. Se il nostro rapporto non funziona e abbiamo fatto di tutto per farlo funzionare, dobbiamo affrontare con coraggio le conseguenze, seppur difficili da gestire. Se i soldi mancano, è bene capire che ruolo hanno nel nostro obiettivo e decidere di farli oppure, di accettare quello che si è o si ha.
Se non si trova mai il tempo per iscriversi al corso di chitarra o meglio, per venire in barca… via, spazio alle priorità, dividiamo le cose urgenti da quelle importanti e prendiamo in mano sta chitarra.
Il tempo passato a piangersi addosso, rimuginare, ad aspettare che qualcosa avvenga beh, è tutto tempo buttato nel cesso. Non ha assolutamente senso. O no? Quindi, che aspettiamo a prendere questa benedetta decisione?
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d’accordo su tutto.
ora mi restano 1825 giorni – 5 minuti (ovvero il tempo che mi è servito per leggere attentamente e per ben due volte) il tuo ‘tempo, la vera ricchezza’. direi 5 minuti ben spesi..unica cosa che non capisco è il tuo …(troppo tardi ahimè;).
bella foto.
…perché spesso ci si rende conto “troppo tardi”, quando gli anni sono passati (è il mio caso comunque) ma è altrettanto vero che “meglio tardi che mai” e comunque “mai dire mai”… 😀