Flottiglie estive in barca a vela e il gioco delle coppie
Le previsioni danno buono, quindi stasera si sta in rada. L’ambiente perfetto per fare il classico gioco delle coppie. Che siano giovani o meno giovani, è ciò che accade nelle flottiglie estive, in barca a vela. L’estate è protagonista.
Tra le sfumature di un tramonto impossibile da dimenticare, sette, dieci, quindici barche assestano meticolosamente le loro ancore in un’insenatura di una imprecisata isola della Grecia. Attorno, tutti i colori di una natura incontaminata riflessa nell’acqua cristallina, pronta a condividere il proprio refrigerante azzurro a chi decide di farsi un tuffo prima di cena.
Un alito di vento increspa il suo controluce mentre a bordo si apre il fuoco, in un vortice per ora sommesso (ma nemmeno troppo) di testosterone in combutta con gli omega3 e scie conniventi di profumo ai feromoni.
La musica batte il tempo, le risate vicine e lontane di qualche barca riempiono gli attimi di chi stappa una boccia di spumante, chi mesce uno spritz o di chi finisce di togliersi le tracce di sale della giornata facendosi una doccia rigenerante. Beauty docet.
Corpi abbronzati, pronti ad accendere le luci di una notte ancora tutta da vivere, lontana dai parcheggi di una discoteca, fresca, facile, bella, a piedi nudi sul legno di teak o lungo la spiaggia che si raggiunge con il gommoncino, vestiti solo di un pareo o di un vestitino bianco, cotone greco.
C’è chi unisce le forze per condividere una cena a base di cozze, minuziosamente pulite durante la traversata o chi finisce per ingolfarsi di salatini, tartine e mojitos. C’è chi imbarca la piantina di menta fresca e la cura con grande attenzione come fosse un germoglio di marijuana ma anche chi recupera il ghiaccio da tritare di porto in porto. I soliti secchioni.
La luce del sole ha ormai lasciato posto ai lumi di mille candele e alle lanterne di bordo. Le ombre sono lunghe e scomposte, avvolte da un’aria adesso un po’ più fresca che allontana sempre più le voci che si avvertono più fievoli, in sottofondo. Risate che si muovono con la barca, mentre le stelle trovano posto negli sguardi di chi si sposta a prua.
Un bacio rubato, mano nella mano, qualcuno più comodo infilato in un’amaca o nel punto morbido del tender, avvinghiato tra un “sei la ragazza più bella che abbia mai conosciuto” e un “vuoi togliere quella mano da lì per favore?”.
Ragazzi, qui si fa la storia di decine di cuori, nei ricordi di chi tra qualche anno avrà qualcosa di bello da raccontare.
Ancora un’ultima risata, nel silenzio sordo, lasciato da chi ha deciso nel frattempo di andare a letto e poi il silenzio. Solo il vibrare dell’ultimo refolo di vento che passa dentro il boma.
Domani all’alba si salpa. Una nuova traversata ci aspetta e sarà un’altra bellissima giornata da non dimenticare mai e da custodire nei cuori e nei mille mila selfie diffusi tra i profili di tutti.
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Buon vento!
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