Vacanza in barca a vela: quanto costa?
Chi non hai mai fatto una vacanza in barca a vela, normalmente pensa che sia costosa e per alcuni considerata anche una roba da fighetti ma facendo due conti assieme, capiremo quanto costa realmente e dunque, che non è per niente “da fighetti”.
Altra strana consuetudine è pensare che l’armatore di una barca a vela sia un ricco possidente. Sì può essere …ma anche questa, è un’altra leggenda da sfatare e capiremo perché.
Normalmente in questo blog raccontiamo storie di vita dal punto di vista del mare e di bordo, dal punto di vista di una barca a vela. Si parla di argomenti rivolti principalmente a chi vuole avvicinarsi al mare e alla vela, senza però troppi tecnicismi, aiutando a capire chi è un velista o marinaio ma anche che la barca a vela non è …solo per velisti.
Detto ciò, vediamo quanto può costare fare una vacanza in barca a vela.
Stato di manutenzione della barca a vela
La dimensione media di una barca a vela che prendiamo in esame è entro i 15/16 metri, cioè la stragrande maggioranza, composte da 3 a 5 cabine.
Possono essere monoscafi oppure catamarani. In questo caso calcoliamo subito un 30/40% in più del valore di un monoscafo. Dopo tutto ne abbiamo due di scafi a disposizione, anzichè uno… no?
Tra queste troviamo barche che hanno fatto la loro storia (sui 30/40 anni), barche relativamente giovani (entro i 15 anni) o barche fresche di cantiere, che se la devono ancora fare.
Questo è il primo elemento che determina il suo costo: l’età della barca.
Barche che possono essere quindi come nuove, dopo aver trascorso un certo periodo in cantiere per effettuare il refitting ed altre, che pur uscendo nuove dal cantiere, vengono messe subito “a lavorare” fino al limite del loro… stato di manutenzione.
Una condizione da verificare con chi vi farà sottoscrivere il contratto ed ovviamente durante il check-in, nel caso foste voi a prenderla in locazione. Ma vediamo dopo le differenze.

Le barche armatoriali
Sono le barche di proprietà dei privati. Di solito si condivide con loro il viaggio che stanno facendo, oppure il trasferimento della barca da un punto A a un punto B. Ognuno di essi organizza la propria vita per mare un po’ come meglio crede, senza troppe strategie di mercato.
Alcune volte questa esperienza per chi sale a bordo è gratis, altre volte chiedono una quota di partecipazione che solitamente viene messa nel fondo di manutenzione della loro barca oppure banalmente, per contribuire al vitto, all’alloggio e al loro modo di offrirvi una vacanza via mare.
Se l’attività di cui parliamo è loro consuetudine, in linea di massima “regolarizzano” questa posizione aprendo un’associazione sportiva e/o culturale, grazie alla quale si possono “giustificare” anche agli occhi del “grande fratello”.
Al di là dell’aspetto burocratico comunque, solitamente il proprietario è un purista, l’appassionato, quello che ama la sua barca e questo stile di vita. Quindi non perché è ricco (beh, diciamo che non è una regola) ma perché la sua barca è parte della sua famiglia, la sua casa a volte e a lei dedica quindi le sue attenzioni, “investe” soldi e tempo, tanto tempo, per vederla sempre in forma ed elegante, consapevole che non è certo un investimento questo approccio “al business”. Di sicuro un generatore di costi.
Questo non vuol dire però che chi ha i soldi invece non abbia la stessa passione. E’ per dire semplicemente che chi ha una barca a vela, di solito ama ciò che compra, perché è un desiderio intimo e non solo uno status (quasi mai diciamo), forse più snob, come dichiarerebbe la maggior parte degli appartenenti alla categoria dei gommonauti o degli scafisti.
Non voglio però aprire questa voragine culturale, perchè chi preferisce il motore alle vele logicamente ha altre velleità, mentre il rispetto e l’educazione per chi naviga in mare, rimane sempre un fattore comune.
Concetti e preconcetti insomma (anche divertenti) da cui poi nascono però haimé aspre polemiche, che per quanto mi riguarda disegnano esclusivamente un’altra categoria da tenere in considerazione: il cafonauta, che comprende gli uni e gli altri.
Come in ogni cosa, c’è sempre il risvolto della medaglia insomma. Ma procediamo nella classificazione dell’offerta.
QUANTO COSTA?
Il “contributo” potrebbe corrispondere mediamente a 50/100 euro a testa per un weekend, 300 euro per una settimana o certo anche di più. E’ molto soggettiva la questione. Dipende dai servizi che offrono e dal tipo di imbarco che propongono. A volte l’imbarco è anche alla pari: lavori e ti ripaghi la quota.

Il charter nautico
Il charter nautico è svolto principalmente da società armatoriali, cioè società che acquistano molte barche per offrirle al mercato in formula di noleggio o di locazione (qui sotto spiego la differenza) e tra queste, possono esserci anche le barche dei privati di cui sopra, che concedono loro la gestione della propria.
Noleggio o Locazione?
NOLEGGIO, prevede oltre che la barca anche lo staff di bordo, ad esempio lo skipper.
LOCAZIONE (in inglese bareboat), prevede solo la barca. Per cui per condurla ci vuole qualcuno che lo sappia fare e che abbia la patente nautica adeguata alla tipologia di imbarcazione scelta.
Le barche a vela in dotazione alle società di charter nautico il più delle volte sono quelle che io definisco “camperoni“, cioè strutturate in modo molto semplice, essenziali, prive di quegli orpelli che l’armatore privato invece per passione personale, personalizza a proprio gusto e piacimento. Salvo servizi aggiuntivi che la società di charter decide di prevedere.
Ne propongono ovviamente di diversi tipi e solitamente sono tante. Dream Yacht Charter è una delle società più rilevanti al mondo e ne gestisce circa 1600. Il loro valore però cambia in funzione dell’anno di costruzione, del grado di finitura, dello stato della barca in generale, del posto in cui è ormeggiata e diversi altri fattori che ovviamente ognuno valuta a proprio modo. Non c’è una vera regola, un po’ come gli affitti di casa insomma.
QUANTO COSTA?
Prendiamo in esame una barca di circa 12/15 metri. Mediamente per un weekend in bassa stagione si va da 600/800 euro a 1000/1200 circa, fino quasi anche a raddoppiare nel periodo di alta stagione (tipo luglio e agosto). Cifre più o meno da raddoppiare ancora per la settimana e ancora una volta per le due settimane.
Per cui in alta stagione una settimana potrebbe costare da 1800/2000 a 2800/3000 e per le due settimane, da 3500/4000 a 5000/7000 euro circa. Cifre indicative, giusto per farsi un’idea.
Queste barche hanno 3/4 cabine, a volte anche 5. Il che vuol dire 6/8 persone con le quali dividere la cifra (se siete un gruppo di amici). Oltre ad eventuali altre 1 o 2 persone che possono dormire magari sui divanetti della dinette, che normalmente possono diventare anche letto. Da verificare prima di sottoscrivere il contratto e soprattutto, prevedendo in caso il posto per lo skipper (se non è uno di voi). Lo vediamo dopo.

Le associazioni e i tour operator
Navigando in rete potrete trovare la soluzione ideale per il vostro weekend o per una vacanza di una o più settimane, proposta sia da un’associazione sportiva/culturale che da un tour operator.
Se le barche armatoriali sono un mondo un po’ a se, l’associazione sportiva di solito organizza principalmente la scuola vela ed uscite formative necessarie a portare a termine la parte teorica, tra le quali anche le vacanze estive. Sì insomma, diciamo che vengono classificate così ma la sostanza è che si farà una vacanza in barca a vela, come le altre.
Mentre il tour operator, essendo principalmente orientato al prodotto turistico, vi offrirà oltre all’organizzazione della vacanza in barca a vela, tutto ciò che ogni tour operator vi offre: trasferimenti, voli, servizi aggiuntivi, escursioni, ecc.
In entrambi i casi comunque, dove prendono le barche?
Potrebbero essere proprietari di una o più barche, dunque offrirvi la vacanza con il loro skipper a bordo oppure prenderle in locazione dalle società di charter viste sopra ed offrirvele a loro volta con o senza skipper.
Un mercato abbastanza variegato se non si è capito, dove ognuno cerca di focalizzarsi sul proprio valore aggiunto o certamente, sulle logiche di mercato e quindi, sulle richieste dei clienti.
Saddà campà un po’ tutti insomma, visto che se non esistono “chiare regolamentazioni”, ci si ingegna per andare avanti. Come in molti settori dopo tutto.
QUANTO COSTA?
I prezzi variano notevolmente, in funzione della tipologia di imbarco. L’associazione sportiva ha meno costi di un tour operator, se non altro dal punto di vista degli adempimenti normativi.
Per cui se il weekend in linea di massima può costare dai 120 ai 350 euro, seguendo la solita regola del raddoppio avremo in linea di massima il range di costo di una settimana (dai 350 ai 7/800 euro) e quindi delle due settimane (dai 1200 ai 1600/1800 ca.).
Al netto ovviamente di altre spese accessorie dovute ad assicurazioni, quote associative, voli e trasferimenti, ecc. Verificate al momento dell’acquisto logicamente.

Quali sono gli altri costi da prevedere?
Definita la “forma” più congeniale per avere la barca, è necessario capire chi la conduce oltre ad eventuali altre spese accessorie. Un po’ come affittare la casa con gli amici: non avremmo lo skipper in quel caso ma certamente le spese per vivere assieme. Vediamo di cosa si tratta.
Lo skipper
Nel gruppo di persone che decidono di fare assieme una vacanza in barca a vela, c’è qualcuno che ha una patente nautica? Se non c’è, dovrete prevederne uno.
Se avete deciso di imbarcarvi su barche armatoriali di proprietà di un privato, questo costo sarà contemplato già nella quota versata per la vacanza (se non è alla pari o gratis), assieme a ciò che avrà previsto per voi. L’armatore in questo caso è comunque anche il comandante della sua barca.
Se avete deciso di rivolgervi invece ad una società di charter nautico, un’associazione sportiva o un tour operator, vi verrà proposto il loro skipper.
Questo argomento è abbastanza delicato, quanto meno in Italia, dove l’ufficio complicazioni affari semplici è sempre aperto purtroppo.
La normativa italiana per il diporto commerciale (le vacanze quindi) non prevede la figura dello skipper NON professionista, quello cioè senza un libretto di navigazione, necessario cioè a svolgere tale attività.
Se gli skipper in questione fossero solo di questo tipo (cioè professionisti), costerebbero più della vacanza stessa. Infatti questi sono imbarcati (assunti a contratto solitamente) su yacht privati o commerciali e non li troveremo certo su una barca a vela di 15 metri e magari in una flottiglia estiva, salvo per loro scelta personale, data più dalla passione che dall’interesse.
Gli skipper che troverete a bordo potrebbero però avere un’abilitazione internazionale rilasciata dall’RYA (Royal Yachting Association inglese) e cioè lo Yachtmaster, con le relative certificazioni di sicurezza, first aid e antincendio.
Queste permettono di svolgere l’attività di skipper professionale anche su territorio italiano ma solo se “dipendenti” di società estere abilitate a svolgere tale attività anche in Italia.
La stragrande maggioranza degli skipper che troverete in una vacanza in barca a vela però, hanno magari anni di esperienza alle spalle, alcune delle certificazioni di cui sopra ma non tutti lo Yachtmaster, che per capirci è una sorta di master della formazione mondiale per la nautica. Un’eccellenza, riconosciuta in oltre 150 paesi nel mondo e ovviamente non in Italia (tono polemico – ndr). Ma è un argomento ripeto molto dibattuto e delicato.
Tutte considerazioni queste, per arrivare a dire che gli skipper saranno preparati (verificatelo però) ma anche senza determinate certificazioni più o meno riconosciute. E’ l’unico modo purtroppo, per tenere in piedi il comparto del turismo nautico italiano, ancora poco considerato dal turismo in generale e grazie al quale dunque, poter andare in vacanza su una barca a vela senza spendere cifre enormi.
Ciò non toglie ovviamente che ogni associazione o società non debba assicurare la formazione adeguata dei propri skipper, che il più delle volte sono comunque anche degli istruttori di vela, per cui adeguatamente preparati. Lo capirete subito, da come impostano il briefing pre-partenza.
Un ultimo piccolo appunto che vorrei teneste sempre in considerazione.
A prescindere da tutto ciò, abbiate comunque rispetto del loro ruolo di responsabilità, ricordando che lo skipper è a vostra disposizione, non al vostro servizio. Due pesi, due misure.
Le cifre che troverete per il loro ingaggio non saranno mai commisurate alla loro effettiva responsabilità, per cui abbiate anche un certo riguardo per un altro aspetto: lo skipper è sempre spesato dagli ospiti/clienti a bordo e anche a terra (se lo inviterete). Una forma elegante di rispetto e gratitudine nei loro confronti. Ovviamente anche da parte loro poi ci sarà il gusto e lo stile di capire se e quanto accettare la vostra disponibilità.
QUANTO COSTA?
Normalmente il rimborso per uno skipper di questo genere va da 120 a 180 euro al giorno. C’è chi salda all’imbarco e chi allo sbarco, a vostra discrezione o della società che lo ingaggia.
Contemplatelo tra i posti disponibili a bordo però, deve rientrare nel numero massimo di persone imbarcabili (lo sa lo skipper stesso ed ovviamente la società con la quale sottoscrivete il contratto). Riguardo la cabina, normalmente dorme in dinette, visto che è l’ultimo ad addormentarsi ed il primo a svegliarsi.
Su barche da 12/15 metri è difficile ci sia la cabina del marinaio. Tranne si tratti di barche armatoriali e sarete ospiti della sua barca. In tal caso potrebbe avere la sua cabina.
Costi accessori
A questa lista aggiungiamo costi di carburante, cambusa (la spesa, quella per mangiare) ed eventuali porti. Dipende molto dallo stile dell’equipaggio.
Se non c’è vento, ovviamente si userà il motore ma queste barche hanno motori piccoli, massimo 75 CV solitamente, per cui se non si esagera con i giri, si spende poco e si inquina meno. Il costo dei porti invece, varia molto, in funzione dei servizi che offrono, della zona in cui sono e delle logiche che adottano. Per una barca di 15 metri la media è 70/100 euro a notte circa. Tranne porti “fighetti” che possono arrivare a chiedere anche il doppio in alta stagione. In Grecia ad esempio sono gratis. Si paga solo acqua e corrente (5/10 euro).
Con una cassa comune la si gestisce al momento comunqe, contando ovviamente sempre sul buon senso di tutti.
Mediamente tutto potrebbe essere riassunto in circa 30/50 eu al giorno a testa, dipende anche da quanto alcol viaggia a bordo. E di solito è molto. Quindi potrebbe essere molto di più e all’estero, questo costa caro.
Insomma, spero di aver dissipato alcuni dubbi. Un argomento a volte poco chiaro, soprattutto e giustamente per le persone che sono alla loro prima esperienza a bordo di una barca a vela. E sarebbe davvero un peccato non viverla per delle false aspettative.
Vi aspetto quindi sulla prua di una barca a vela con uno spirtz in mano, per brindare assieme a questa magica esperienza di vita ammirando le sfumature di un tramonto che solo vivendolo dal mare si può davvero apprezzare, lontani da qualsiasi “contaminazione”, anche culturale.
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