Barca a vela. Roba da fighetti!
La barca a vela roba da fighetti? Assolutamente no! Diciamo subito che è necessario avere il giusto stile di vita.
Per chi non è mai stato in barca a vela, è luogo comune pensare sia roba da fighetti. Beh, può essere vero se pensiamo ad uno yacht, quello da 30 metri. Ma quella di cui parlo io, qui in questo blog, rientra nella categoria vela per sport e per chi ama una vita dinamica, non quella del lusso. Con questo non voglio dire sia da meno ma non è il nostro target.
In un altro articolo ho parlato di quanto abbiano in comune ad esempio quelli che fanno vela, sci e moto. Vi domanderete: cosa? Beh, vi invito a leggerlo, perché è davvero molto divertente.
Chi è salito per la prima volta in barca con me, parlo di barche al massimo di 15/17 metri, si sono subito resi conto che quello che avevano in mente era solo nella loro immaginazione. Intendiamoci, una barca a vela di 16 metri amici, è già una vera signora del mare. Ma ho avuto ospiti anche su barche di 10/11 metri, dove gli spazi sono decisamente come dire, più ottimizzati. E quando si è in 6 o 8 persone beh, sono decisamente ottimizzati.
Probabilmente queste persone salendo a bordo si aspettavano di trovare la glacette d’argento di Tiffany con una boccia di Dom Perignon del ’96 in fresco (volendo questo è fattibile, se proprio non ci si può rinunciare), magari telerie di arredo in seta indiana, moquette bianca, pelle Frau, cristalli di Boemia luccicanti, le rubinetterie dorate e il personale di servizio sempre al fianco.
Invece guarda caso non è stato così, io riposavo così…
C’ero io, un semplice skipper senza abiti griffati (con la barba e i capelli lunghi e un po’ brizzolati, da format direi), borse dell’intero equipaggio in giro dappertutto e in mezzo ai piedi (morbide mi raccomando), l’odore del legno vissuto (per le barche un po’ datate), di candeggina profumata nei bagni e le cabine confortevoli ma non certo “suite size”.
Attenzione, questo non deve spaventare nemmeno il più schizzinoso. E’ solo un modo per far capire che la barca a vela è davvero per tutti.
Le barche da charter infatti (quelle che si prendono a noleggio) sono di vario tipo e dimensione. Intendiamoci, c’è la possibilità di avere il mega barcone anche a noleggio ma ripeto, noi stiamo analizzando le situazioni definibili normali e abbordabili.
Sia chiaro, anche nella fascia entro i 16/17 metri, ci sono delle barche da charter di tutto rispetto, nuove, ricche di ogni confort, disegnate con uno stile impeccabile. Dipende da quello che si vuole e da ciò che si è in grado di spendere.
Nella fascia “abbordabile” si trovano comunque barche che io definisco “camperoni”, cioè quelle che hanno l’indispensabile per essere pratiche e funzionali, adatte ad una clientela come quella occasionale del weekend o della vacanza estiva, senza troppe pretese in fatto di stile ma con tutto il necessario a disposizione. Come un camper appunto. Solo che questo non inquina, galleggia e ha le vele. Fantastico!!!
Beh, quindi chi c’è a bordo di una barca come questa?
Tutti quelli con lo spirito giusto, non c’entra se hanno soldi o no. Parliamo di quelli che amano la vita dinamica e sportiva, la natura, gli amici, il tempo trascorso seguendo il vento, il sole e anche la pioggia in certi casi. Un modo per apprezzare davvero il senso della partecipazione, della determinazione a raggiungere la meta, della libertà, del piacere di godere di quel tempo che difficilmente si ha a terra o almeno, non nello stesso modo e soprattutto, non della stessa qualità.
Una volta messo piede in barca, gli spazi sono quelli che sono e questo è il primo approccio a cui molti devono abituarsi: rispetto di questi spazi, nel rispetto di tutti.
A differenza del maxi yacht ad esempio, dove invece questi spazi sono molto più generosi e nemmeno poi così autentici, almeno, non per come li intendo io, abituato a vivere e dormire in ogni luogo e dimensione, fatto anche di angoli e passaggi stretti. Ma io ho fatto una scelta, mi piace fare quello che faccio e per farlo, sono disposto a tutto.
Gli ospiti hanno i loro agi ovviamente, i loro spazi, comunque le loro comodità, anche se non siamo su un maxi yacht.
Roba da fighetti? Direi di no e vediamo perché
Il frigo, la cucina e la dinette sono in uno spazio comune sotto coperta, posto in cui normalmente si mangia quando fuori c’è brutto tempo (di solito), dove per muoversi sapientemente è necessario organizzarsi, altrimenti si fa un casino incredibile.
Quindi spazio alla creatività per stipare le cose che per usarle, magari bisogna scavalcare borse e asciugamani appoggiate sul divanetto. L’ordine prima di tutto.
E quando si cucina, i vapori della pentola dell’acqua ti aprono i pori della pelle come nel miglior hammam turco, avvolti però in questa essenza di soffritto alla cipolla e dal vociare festoso delle persone che si confrontano sul metodo migliore per fare delle ottime polpette di tonno.
E’ da fighetti questo?
Le cabine. Quella di prua ad esempio, che nell’immaginario è considerata la più grande e bella. Punti di vista, dipende dal disegno della barca e dal numero di cabine disponibile. Può essere che quella più grande sia a poppa. Dipende.
Quella a prua solitamente ha un’altezza più generosa ma ha un letto a forma più o meno triangolare, a tronco di cono diciamo, perché non è ovviamente proprio a punta. Mentre quella a poppa è un po’ più bassa e la forma del letto è più rettangolare. Non sono suite presidenziali ma hanno un letto comodo, asciutto e spesso anche il proprio bagnetto privato.
E’ da fighetti questo?
Il bagno. Famoso per la mitica e famigerata pompetta che serve per scaricare, anche se in alcuni casi si trova il tasto elettrico. Ansia di molti alle prime armi, perché la valvolina che apre e chiude l’afflusso di acqua seppur semplice, va un po’ capita all’inizio. E gli odori, i rumori, gli spazi (adeguati alle dimensioni) beh, sono la croce di chi si vergogna del proprio essere come ogni comune mortale quando è arrivato il momento di fare i conti con il proprio bisogno di liberazione. C’è chi in barca al contrario, ama il senso di libertà primordiale preferendo invece il mare al bagno di bordo. Bah, sono gusti.
E’ da fighetti questo?
Il pozzetto. Lo spazio dove si sta seduti in coperta durante la navigazione, dove c’è il timone di solito. Una volta giunti in una rada è il momento dei bagni, del relax, dell’aperitivo ma anche del pranzo o di una cena. Finite le operazioni di ancoraggio si apparecchia per il pasto. Per quanto grande possa essere la nostra barca in questione, il numero di partecipanti presenti a bordo è commisurato solitamente alla quota pro capite che si intende spendere e quindi agli spazi personali “guadagnati” nella vita di bordo.
Per cui ad esempio, se si è in 10 o 12 su una barca di 15 metri, non è detto che tutti abbiano il loro spazio largo e comodo per mangiare. Su un mega yacht probabilmente, i 15 metri sono il raggio vivibile che ha ognuno a bordo per fare qualsiasi cosa. Ma quando si è in vacanza, su una barca come la nostra, questo non conta. Lo spirito è prendersi il piatto e sedersi dove fa più piacere, anche rannicchiati sulla panchetta di poppa per prendere il sole, schivando quindi l’ombra del tendalino aperto, non certo accomodandosi a sciallo su una poltrona di Bellani 😛.
E’ da fighetti questo?
Infine ci sono le manovre. Anche se non è necessaria alcuna esperienza, si può decidere di partecipare o di stare a guardare chi lo fa, prendendo il sole. Ho sempre pensato che se si sceglie la barca a vela, oltre che per il suo aspetto romantico ed ecologico, il vero spirito sia proprio quello della partecipazione. Ognuno comunque è libero di godersi il proprio momento di libertà come meglio crede e soprattutto quando ne ha voglia.
Ma quando si aprono le vele che dire, la barca sbanda se c’è vento, è la sua naturale propensione e bellezza. Quindi se si pensa di prendere il sole, bisogna fare i conti con questo. Quindi o ci si adegua agli angoli di navigazione cercando uno spazio abbastanza comodo per sdraiarsi o ci si infila i guantini, si agguanta la manetta del wintch e si cazza le vele, da bravi marinai. Oppure ci si mette al timone, sotto lo sguardo protettivo dello skipper che può insegnare come condurla.
E’ da fighetti questo?
Bene, abbiamo finito. Che ne pensi? Sei tra quelli che la barca a vela credeva fosse da fighetti? Dopo aver letto questo articolo la pensi ancora così? Spero proprio di no, perché altrimenti ti perdi l’aspetto davvero più unico, vero, spontaneo e sincero che solo la barca a vela è in grado di offrirci, per capire quanto possa essere reale e divertente la vita a bordo… e non solo.
Per la prossima vacanza dunque pensaci. Sono certo ne resterai affascinato.
Ci vediamo anche su Facebook.
Buon vento.
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