Barca a vela, moto e sci. Cosa hanno in comune?

Barca a vela, moto e sci. Cosa hanno in comune?

Mi sono sempre domandato perché nella maggior parte dei casi, chi va in barca a vela, quando arriva la neve sulle cime delle montagne, non veda l’ora di andare a sciare e nel corso dell’anno, una buona fetta di questi senta il richiamo irrefrenabile per andare in moto.

A pensarci bene, qual è la sostanziale differenza tra chi ama la barca a vela e chi quella a motore? E quali relazioni ci sono tra il primo periodo di questo discorso ed il secondo?

Chi preferisce una barca a motore, non lo fa certo perché ama lo sport. Al limite la pesca. Il punto è che la comodità di avere sotto il culo quei 750/1000 cavalli, è proprio l’emozione di sentirli scalpitare per arrivare in poco tempo a destinazione.

Per il velista non è la destinazione il primo vero obiettivo, anche se sembra assurda la contrapposizione nei termini. Il velista, come il motociclista, ama prima di tutto uscire per farsi due bordi, cioè seguire il vento, fare virate, strambate, veleggiare insomma.

Il motociclista di cosa parla? Non parla per caso delle sue prestazioni in curva, della capacità di spaccarsi il culo per arrivare dove deve arrivare? Perché non ditemi che è comodo viaggiare in moto. Il vero piacere è quasi esclusivamente il viaggio. Come per il velista.

La sostanziale differenza dunque tra chi ama la barca a vela e chi quella a motore è questa. Se chi ama la barca a motore cerca relax e la comodità, per il velista il piacere è esattamente l’opposto. Cioè al velista piace farsi il culo, cazzare, prendere una mano di terzaroli (ridurre la superficie della vela), timonare a fil di ruota, stringendo il vento fino all’esasperazione per avere la sua migliore bolina di sempre oppure vedere imponente lo spi issato a prua trascinare a tutta velocità la sua barca.

Ovviamente anche il velista poi si vuole godere il suo meritato relax in rada, in porto, immerso nel silenzio rigenerante dopo aver fatto i suoi bordi. Anche se arrivato a destinazione magari 4 ore dopo la barca a motore.

Chi non ha capito cosa diavolo abbia detto, lo invito a leggersi velocemente (poche righe) un vecchio post il cui titolo è: cazza cosa? Giusto per capire che cazzare non è una brutta parola ma solo un modo strano per dire: tira sta corda (al secolo, scotta o cima).

E lo sci? Qualcuno si domanderà che fine abbia fatto.

Beh, lo sci accomuna un po’ tutti quelli che amano la vela. O quasi. Quanto meno nello spirito con il quale ci si approccia ad esso.  E’ uno sport apparentemente faticoso, per molti una menata pazzesca doversi abbardare per affrontare claudicanti le piste da sci alle prime ore del mattino, quando il crepitìo della neve si unisce alla poesia delle ombre di un versante dietro il quale il sole sta per spuntare, mentre il fumo del fiato si materializza dinnanzi ai propri passi, mentre si aspetta di raggiungere la prima seggiovia che ci porterà in cima …a -20° centigradi. Come non apprezzarlo? Eppure per alcuni è impensabile.

Uno sbattimento indescrivibile in effetti. Come per chi ama la vela e il non stare fermo un attimo in barca, farsi il culo sulla sella di una moto per chi ama viaggiare sulle due ruote o le gambe per chi ama sciare, camminando scomodamente in neve fresca con gli sci in spalla per raggiungere lo ski-lift.

Malati di mente? No, amanti della vita, della natura, della compagnia. Non necessariamente esaltati. Quelli tanto ci sono dappertutto e in ogni settore. La maggior parte di questi oltretutto, non sono poi così tanto salutisti sfegatati. Il più delle volte infatti li trovi tutti assieme seduti al banco di un pub a bere birra o rum dopo una giornata di successi. Umidicci, spettinati, paonazzi, con i piedi gonfi e doloranti.

Uno strano karma che li unisce dunque. Un modo divertente e comunque sotto sotto salutare, facendo in fondo le stesse cose, anche se con un diverso grado di apprezzamento.

Fidatevi che chiunque di questi fulminati, donne o uomini che siano, davanti ad un idromassaggio caldo, una glacette con dello champagne in fresco e una bella compagnia ad aspettare, nessuno si tirerà indietro. Esattamente come per quelli che con i 1000 cavalli sonanti, all’idromassaggio sono arrivati 4 ore prima.

Se ami la vita, saidisale.

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5 Commenti

  1. salvatore maggiulli ha detto:

    Ciao, mi è capitato di leggere il tuo articolo e lo giudico molto interessante, ma mi permetto di osservare che la congiuntura perfetta non è tra vela, sci e moto, ma fra vela, sci e bici, nello specifico, mountainbike. Infatti questi tre sport, dinamici per definizione, hanno in comune il fatto che sono tutti a stretto contatto con la natura (con uno specifico elemento della natura) e comportano un animo esplorativo. Mentre la moto è la negazione del vero contatto con la natura, anzi la deturpa perchè è inquinante.
    A presto.

    1. Ciao Salvatore hehehe sì hai ragione… e te lo dice uno che ha fatto ciclismo agonistico per 6 anni. Diciamo che questo era nato principalmente da commenti e/o congiuture casuali in cui mi sono imbattuto più volte…. l’aspetto come dire naturalistico però, potrebbe essere un argomento interessante da trattare in futuro… vista la matrice “naturale” del blog. E perchè no… magari basandomi su spunti che potresti anche darmi tu 😉👍

  2. salvatore maggiulli ha detto:

    Ciao Aldo, l’idea che mi frulla nella testa in modo ricorrente è quella di un turismo dinamico nell’ambito del quale possano svolgersi, senza soluzione di continuità, questi tre sport insieme.
    Mi spiego meglio; vivo a Catania, città meravigliosa, che ha una caratteristica territoriale unica; infatti nello spazio di pochi chilometri possono svolgersi questi tre sport e volendo li si può praticare lo stesso giorno: al mattino sali sull’Etna per sciare, poi scendi giù in bici facendo una bella cavalcata, magari da un percorso di downhill e poi nel pomeriggio una bella veleggiata rilassante.
    Si tratta di una situazione unica che difficilmente trovi in altri posti.
    fammi sapere cosa ne pensi, ciao

    1. La Sicilia (mia mamma era di Trapani) offre davvero mille opportunità per apprezzarne il valore… non per ultimo ed è quasi incredibile a dirsi… lo scenario che hai raccontato. Beh… dopo tanti anni sto progettando di visitare la prossima estate …via mare e via terra, questa bellissima parte d’Italia… che mi accolse quando “nico nico” correvo in lungo e in largo le vie del porto di Trapani. Un abbraccio 😃☀️

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